25 STORIE, 25 ANNI DEL MUSEO ALESSI

Alessi celebra i 25 anni del suo Museo con una mostra che ripercorre alcuni momenti memorabili della sua storia ed esplora i valori, le innovazioni e le sperimentazioni di una delle più celebri Fabbriche del Design italiano. Attraverso 25 storie legate alle collezioni del museo, Alessi rende omaggio alle persone e alle idee che hanno plasmato i suoi 102 anni di storia e che continuano a segnare il suo presente, evidenziando le trasformazioni che hanno portato la piccola officina che produceva oggetti in metallo a divenire un’azienda di design che opera come laboratorio di ricerca nel campo delle arti applicate.

Inaugurato nel 1998 e progettato da Alessandro Mendini, il Museo Alessi custodisce una collezione di oltre 25.000 oggetti tra prototipi, stampi, progetti non realizzati, prime versioni, disegni e schizzi che insieme raccontano una moltitudine di storie. Con questa mostra i visitatori potranno vedere la collezione sotto una nuova luce, scoprendo aspetti sconosciuti, persino sorprendenti, della pratica Alessi nel campo del design.

La mostra si apre con una timeline che ripercorre alcuni dei momenti chiave della storia dell’azienda, dalla sua fondazione nel 1921 come officina metallurgica, alla trasformazione in una fabbrica per la produzione di oggetti in acciaio inossidabile destinati al settore alberghiero fino al divenire un marchio leader del design italiano. La timeline mostra alcune delle prime icone di Alessi, come il servizio da tè e caffè Bombé di Carlo Alessi del 1945, o il servizio Avio del 1955 di Carlo Mazzeri e Anselmo Vitale, divenuto un classico dell’hotellerie degli anni ’50 e ’60. La timeline continua con i progetti nati negli anni ’70 dalle prime collaborazioni con i Maestri del design italiano e si chiude ricordando le collaborazioni con gli architetti internazionali, iniziate nel 1983 con l’operazione Tea & Coffee Piazza, ideata e coordinata da Alessandro Mendini e seguita, vent’anni dopo, dal Tea & Coffee Towers.

La mostra esplora alcuni temi ricorrenti nel lavoro di Alessi, dall’approccio eclettico fino all’uso del colore, con una sezione dedicata all’impatto dell’azienda sul modo in cui viviamo la convivialità e i rituali della tavola. Aprendo al pubblico la storia dell’azienda, l’esposizione include oggetti iconici (disegnati da progettisti come Ettore Sottsass, Michael Graves, e Michele De Lucchi), esperimenti e perfino flop, con una parte dedicata ai progetti che non hanno funzionato, dimostrazione della natura di una ricerca tesa all’innovazione che percorre sentieri inesplorati: una pratica rischiosa ma necessaria per creare buon design.

Le 25 storie sono raccontate attraverso un’installazione di A4Adesign, interamente realizzata in cartone ondulato riciclato e concepita per essere facilmente assemblata e smontata. Attraverso un sapiente sistema di pieghe tridimensionali, il cartone bianco acquista forma e struttura, interagendo con la luce per creare un ambiente sofisticato che fa da sfondo agli oggetti del Museo Alessi.

La mostra offre l’opportunità di scoprire la continua ricerca dell’azienda nel campo delle arti applicate e riflette il talento di Alessi nel creare oggetti del desiderio e senza tempo, che hanno scandito la storia del design contemporaneo cambiando per sempre aspetti dell’abitare, dell’estetica o della funzionalità.

“Nella seconda metà degli anni ’90 mi ero messo in mente di fare un museo per raccogliere gli esperimenti, prototipi e disegni che anno dopo anno e con un ritmo sempre più accelerato, stavamo ricevendo dai designer di ogni parte del mondo. Mi ha sempre appassionato l’attività di raccogliere, collezionare, mostrare. E poi ho sempre pensato alla Alessi proprio come un luogo delle muse, dedicato al sogno della bellezza industriale, certo con i limiti dovuti a una fabbrica che per vivere ha bisogno di produrre e di vendere. Così ho cominciato a parlarne ad Alessandro Mendini, che ha pensato al progetto architettonico, e dopo è arrivata Francesca…” Alberto Alessi, Presidente di Alessi.

“Il nostro Museo è uno straordinario contenitore di storie che ancora oggi, nonostante i molti anni di lavoro, continuo a scoprire. È l’aspetto più affascinante della nostra collezione: i materiali che custodiamo sono documenti vivi che parlano di un’opera collettiva, l’oggetto di industrial design, frutto dell’incontro tra il progettista e tutte le competenze professionali presenti nell’azienda. Basta entrare al museo e mettersi ad ascoltare.” Francesca Appiani, curatrice del Museo.