myEIB a photo-collection for climate by LUISAVIAROMA and LVRSustainable // SARDEGNA

Non inventare, ma ripiantare. Non costruire, ma ricucire. Non tecnologie costose e per pochi bensì la natura – aiutata dalla mano dell’uomo – che medica se stessa utilizzando la sua omeopatia fatta di radici, foglie e ossigeno.

Dopo i reportage sulla desertificazione in Arabia Saudita, sui Supereroi del Clima in Groenlandia e dopo aver documentato le massicce opere di riforestazione della mangrovia nel Senegal Centrale – storie emblematiche dove gli esseri umani salvano il pianeta utilizzando i mattoni naturali de pianeta stesso – My Earth Is Beating #myEIB sbarca in Sardegna, tra Nora e Oristano, per raccontare il dramma degli incendi boschivi oltre all’impegno di ong e istituzioni locali quali MadSea Foundation e Area Marina Protetta di  Capo Carbonara nel proteggere un ecosistema considerato “l’Amazzonia” dei fondali marini: le praterie di Posidonia Oceanica.

Il Mediterraneo ne è ricco. Le isole italiane anche. Ma gli strappi inferti sono costanti e le cause molteplici: i fenomeni di acidificazione dei mari, l’opera indiscriminata delle barche da diporto che gettano le ancore e dragano i fondali e le cicatrici lasciate dalle reti della pesca a strascico, ne mettono in pericolo la sopravvivenza. Non solo il fuoco in superfice, ma anche l’artiglio subacqueo dell’incuria e dell’avidità economica rischiano ti privare il mondo della sua biodiversità.

«I pescherecci da cinquanta tonnellate violano le regole e gettano le reti praticamente a riva» dice Piero Congiu, pescatore di Calaverde, «così la preteria di posidonia muore, i pesci non trovano più riparo né per crescere né per depositare le uova, e tutto il nostro mondo pian piano scompare».

Non un’alga, come pensano i più, ma una pianta sottomarina che prolifica nei pressi della costa, non oltre i 40 metri di profondità. Che fa la fotosintesi clorofilliana e cattura anidride carbonica dall’atmosfera, responsabile del surriscaldamento globale. Che dà fiori e frutti. Che produce ossigeno in quantità doppia rispetto alle piante terrestri. Che grazie alle sue radici stabilizza i fondali marini. Che fa da scudo e nursery a molteplici specie marine.

E durante le mareggiate, quando le foglie strappate dalle onde ricoprono le spiagge, forma un tappeto morbido che funge da barriera capace di protegge la costa dai fenomeni di erosione.

«Le persone devono capire che una spiaggia bianca, come vorrebbe l’immaginario caraibico, non necessariamente è una spiaggia sana» dice Alessio Satta, ingegnere ambientale e presidente di MadSea Foundation, «noi promuoviamo invece il concetto di “spiaggia ecologica” dove ogni fenomeno naturale è lasciato intatto a costituirne la bellezza».

Laddove le radici sono ormai state strappate, ecco i progetti di paziente ripiantumazione sottomarina realizzati a Capo Carbonara, a Nora e all’Isola di Maldiventre: lungo le strisce desertiche lasciate dalle reti e dalle ancore, i sub e i biologi scavano piccole buche in cui depositano con amore le talee di posidonia, che negli anni creeranno una nuova prateria.


Gli scatti di Luca Locatelli, come nel caso della riforestazione senegalese della mangrovia, raccontano quest’opera di amorevole sartoria ecologica, questa strategia planetaria di RESILIENZA NATURALE

Sardegna, riforestazione, ossigeno blu, green carbon, futuro… NOI. È questa la quarta di una lunga serie di storie di crisi e di difesa ambientale documentate da MYEIB.

Coordinato e scattato dal vincitore del World Press Photo per le tematiche ambientali e contributor di National Geographic Luca Locatelli. Scattato dal vincitore del World Press Photo nella categoria Portraits e contributor di National Geographic Gabriele Galimberti. Coordinato e raccontato dal giornalista scrittore e curatore Raffaele Panizza, #myEIB è un progetto di documentazione che unisce fine art photography e giornalismo creato da LuisaViaRoma e LVRSustainable al seguito di EXTREME E, il primo circuito di corse di SUV elettrici pensato per sensibilizzare il pianeta sui temi della transizione ecologica, e arricchito da un programma di iniziative concrete di conservazione ambientale.

Un impegno, da parte di LuisaViaRoma e LVRSustainable rafforzato inviando in alcuni luoghi del mondo emblema dell’emergenza ambientale un reporter e due tra i fotografi italiani più riconosciuti e richiesti del pianeta, vincitori di premi internazionali e impegnati da anni a indagare il futuro del clima, della tecnologia, della convivenza umana e delle soluzioni per rendere stupendamente abitale la nostra Terra, la nostra casa, per le generazioni future.

 A seguito di Extreme E e avvalendosi di accessi esclusivi ai luoghi esplorati e alle soluzioni immaginate dagli studiosi, MY EARTH IS BEATING #myEIB documenterà tramite le firme di Luca Locatelli (direttore artistico del progetto), Gabriele Galimberti (fotografo) e Raffaele Panizza (direttore editoriale del progetto), non solo il futuro della mobilità elettrica, ma tutte le iniziative concrete di riqualificazione e messa in sicurezza ambientale che verranno realizzate in occasione di ciascuna delle seguenti avventure, ciascuna delle quali caratterizzata da una specifica emergenza ambientale

ALULA, Arabia Saudita – 3/4 Aprile 2021 – Concluso 

LAC ROSE, Senegal – 29/30 Maggio 2021- Concluso  

KANGERLUSSUAQ, Groenlandia – 28/29 Agosto 2021 – Concluso 

NORA e ORISTANO, Sardegna – 23/24 Ottobre 2021 – In corso

DORSET, Gran Bretagna – 18/19 Dicembre 2021

 «Per ogni tappa, Locatelli e Galimberti e Panizza renderanno disponibili alla stampa, e quindi alla conoscenza collettiva, una selezione di storie e degli scatti più belli e decisivi» dice Andrea Panconesi CEO di LuisaViaRoma, «che al termine di questa grande odissea di sensibilizzazione verranno ulteriormente valorizzati in occasione di una mostra internazionale a Firenze, città dove ha sede LuisaViaRoma: culla del Rinascimento e non a caso anche di questo nuovo rinascimento climatico a cui siamo tutti chiamati a dare un contributo».

Per questo ambizioso progetto, Extreme E, LuisaViaRoma e LVRSustainable si uniscono per sensibilizzare sia le comunità locali che la community globale ad affrontare la crisi climatica attraverso un dialogo inclusivo, umano, aperto e onesto.